Il Fiano si ritiene che il nome abbia origine da una popolazione proveniente dalle Alpi Apuane, sopraffatta dai Romani e scesa nel II secolo a.C. in Campania. Questi avrebbero portato con sé il vitigno Apuano, mutato in Apiano, poi in Afiano e infine in Fiano. Fin dall'Ottocento è documentato non solo in Irpinia, ma anche in provincia di Caserta, in Basilicata e in Puglia. Presenta un grappolo di dimensioni piccole o medie e forma piramidale alata. Gli acini sono molto serrati, di medie dimensioni e forma ellittica, con una buccia spessa, dorata e poco pruinosa. Il fiore è globoso e mezzano, mentre le foglie, di grandezza media, possono essere tri o pentalobate, con lobi appena accennati. È un vitigno vigoroso e fertile, ma caratterizzato da basse rese. Per la coltivazione sono consigliati terreni vulcanici, argillosi, o anche pesanti e ad altitudini comprese tra i 400 e i 700 m s.l.m. Trova, infatti, in Irpinia un'ottima area, grazie a inverni rigidi ed estati fresche, con escursioni termiche nette e decise. La maturazione avviene tra settembre e ottobre e il vino ottenuto è caratterizzato da profumi complessi e raffinati, con un'acidità dei mosti che favorisce la produzione di vini longevi e strutturati.